
L’Ufficio Progetti si racconta: la parola a Valentina Corona
È con grande piacere che intervistiamo Valentina Corona, Head of Project Development, Demand e Monitoraggio KPI all’interno di UnipolService. Il percorso di Valentina in azienda è iniziato ancor prima della costituzione della società: Valentina ha infatti partecipato attivamente a tutte le fasi della vita dell’azienda, dalla progettazione in fase di startup, alla costruzione delle fondamenta, fino al consolidamento e all’evoluzione attuale.
Oggi è tra i protagonisti dell’evoluzione di UnipolService, in un contesto aziendale sempre più dinamico e tecnologicamente avanzato.
Valentina ha saputo coniugare il suo approccio consulenziale - orientato all’ascolto, all’analisi dei bisogni e alla proposta di soluzioni su misura - con un profondo know-how tecnico nell’ambito della gestione e realizzazione di progetti aziendali.
In larga parte, il viaggio professionale di Valentina si intreccia con quello di UnipolService ed è per questo motivo che oggi le chiediamo di raccontarci le sfide e le opportunità che ha incontrato nel suo cammino.
Potresti descriverci come si è sviluppato il tuo percorso professionale all'interno dell'azienda, in particolare durante la fase di startup?
Il mio percorso è cominciato sin dagli albori di UnipolService, quando la società nasceva come AutoPresto&Bene, una start up in seno al mondo Fondiaria Sai: in qualità di consulente, ho avuto l'opportunità di partecipare alla definizione del piano industriale e di contribuire alla nascita delle prime unità organizzative.
È stato straordinario assistere alla nascita di una realtà che ha saputo cogliere fin da subito i benefici dell’indennizzo diretto, introdotto con la legge Bersani del 2006, che ha rivoluzionato la gestione dei sinistri auto. Questo meccanismo ha infatti trasformato in modo significativo le dinamiche del settore in quanto prima il danneggiato, per ottenere il risarcimento in ambito RC, doveva rivolgersi alla compagnia della controparte; con il risarcimento diretto, invece, il danneggiato può rivolgersi direttamente alla propria compagnia, che a sua volta può così curare il servizio offerto, ottimizzando la gestione del sinistro.
Questo cambiamento ha generato valore sia per l’Assicurato che per la Compagnia: da una parte la Compagnia punta a creare servizi di qualità e distintivi per fidelizzare la propria clientela, dall’altra introduce approcci industriali nell’ambito assicurativo, come per la riparazione diretta, per ottimizzarne la gestione.
Il nostro motto all’epoca era "We are shaping the industry" e credo che quell’approccio innovativo e industriale ci abbia permesso di differenziarci sin da subito, mantenendo ancor oggi un vantaggio competitivo significativo. La visione era chiara: creare un modello di servizio diretto, orientato al cliente e capace di governare e presidiare ogni componente della filiera.
Come si è evoluto il progetto da Auto Presto & Bene a UnipolService?
Dopo la fase di startup, sono entrata ufficialmente in azienda nel 2010 come Responsabile dello sviluppo tecnico-operativo. La missione era automatizzare ed efficientare i processi, rendendoli scalabili e sostenibili. In quegli anni, mi sono occupata di scouting di soluzioni IT e organizzative, sviluppando anche un modello di authority da remoto per le verifiche tecnico-assicurative dei sinistri. Questo migliorava la comunicazione tra i periti e la rete riparativa accelerando i tempi di liquidazione, modello estremamente innovativo per quei tempi.
Inoltre, coordinavo l’erogazione di servizi tecnici specializzati, come il supporto per la corretta identificazione dei ricambi e la formazione dei fornitori. Abbiamo sviluppato una solida capacità nella gestione dei servizi esternalizzati, nella valutazione della loro efficacia e, soprattutto, nel comprendere e migliorare, con continuità, ogni processo, ogni risultato, ogni interazione.
Con l’acquisizione di Fondiaria SAI da parte di Unipol, Auto Presto&Bene ha trovato collocazione al centro di una rete integrata di società che operano in ambito mobilità: l’Ecosistema Mobility. Il cambio di nome in UnipolService è stato un passaggio naturale, che ha permesso a chiunque di vedere quel fil-rouge che lega le società dell’Ecosistema: UnipolService, UnipolGlass, UnipolRental, UnipolMove, UnipolTech, UnipolAssistance, etc. In questo contesto, ho cominciato ad occuparmi del presidio delle nuove progettualità per evolvere l’offerta e attivare sinergie tra le varie società, con l’obiettivo di accompagnare il cliente in ogni aspetto delle sue esigenze di mobilità.
Quale ruolo ricopre attualmente Valentina Corona all'interno dell'azienda?
Oggi oltre al presidio delle progettualità, volte sempre più verso l’ottimizzazione del servizio e un miglioramento continuo, mi occupo del Demand e del Monitoraggio KPI di UnipolService e di UnipolGlass, la società sorella dedicata alla gestione dei cristalli.
Quali sono le direttive strategiche a breve e lungo raggio?
In un contesto sempre più complesso, in cui gestiamo centinaia di migliaia di interventi l’anno, puntiamo da un lato a semplificare e consolidare, dall’altro a prevedere e reagire rapidamente. Vogliamo essere sempre più agili nell’evolvere i servizi in un’ottica di sempre maggiore integrazione con la Compagnia, semplificare i processi, migliorare la comprensione dei bisogni degli stakeholder e aumentare la nostra capacità di autoanalisi, previsione e reazione ai repentini cambi di mercato mettendo a valore la grande mole di dati che abbiamo a disposizione. Attualmente, ad esempio, abbiamo in corso diversi POC (proof of concept), ovvero sperimentazioni per valutare la fattibilità e il potenziale di strumenti AI applicati in diversi ambiti . Abbiamo l’ambizione non solo di continuare a rafforzare un presidio smart di processi già ampiamente automatizzati circa 15 anni fa (gestiamo oggi più di 200K sx di carrozzeria e quasi altrettanti di meccanica in circa 90 persone ), ma anche di comprendere meglio i flussi operativi, anticipare i cambiamenti e prendere decisioni più informate e tempestive.
Il lavoro fatto in questi ultimi anni sulla data governance ha inoltre permesso di consolidare ed evolvere l’approccio Data Driven grazie a strumenti di BI (Business Intelligence).
Questo approccio promuove una cultura della trasparenza, rendendo i dati aziendali accessibili e comprensibili a tutti i livelli organizzativi. Ciascun membro dell'organizzazione può infatti accedere a dashboard che mostrando l’andamento della società nella sua interezza, consentendo rapidamente sia una lettura trasversale del business che l’approfondimento di aspetti specifici, trasformando grandi volumi di dati in insight utili a decisioni strategiche e a un miglioramento continuo per una crescita consapevole e condivisa.
Potresti parlarci del lavoro di squadra all'interno dell'azienda e dei collaboratori chiave con cui lavori quotidianamente?
Il lavoro di squadra è fondamentale per il nostro successo. Ho la fortuna di poter contare su due figure straordinarie, che mi affiancano quotidianamente con approcci diversi e perfettamente complementari: Davide Sedioli e Vincenzo Castrovilli. Insieme coordiniamo l’attività di consulenti che garantiscono accesso a competenze tecniche e verticali specifiche, necessarie per la messa a terra delle progettualità che seguiamo.
Davide è l'anima creativa e sperimentale del nostro lavoro sulla data governance. Grazie alla sua curiosità e apertura all'innovazione, siamo riusciti a costruire cruscotti davvero utili e intuitivi, capaci di raccontare l'azienda anche a chi non è esperto di dati e che stiamo evolvendo integrando elementi predittivi.
Vincenzo, invece, è il nostro punto di riferimento per il presidio progettuale. Con il suo approccio rigoroso e sempre allineato con la strategia aziendale, è lui a garantire che ogni progetto evolva con coerenza, coinvolgendo le persone giuste e portando tutti nella stessa direzione.
Insieme, affrontiamo le sfide con una combinazione di creatività e rigore, che è il nostro segreto per fare davvero la differenza .
La diversità di genere e la leadership femminile sono temi di cui si parla sempre più spesso.
La dominanza maschile nel mondo delle aziende ed in particolare nel settore automotive è sempre stata particolarmente marcata. Quando mi sono laureata in Ingegneria Gestionale nel 2004, le donne erano meno del 20% dei laureati. Personalmente ho sempre ricoperto ruoli di responsabilità, spesso in veste di unica donna nei tavoli decisionali, e credo che nel mio caso il genere non abbia influenzato la crescita professionale, per me hanno sempre parlato le competenze e la capacità di costruire. In questi ultimi anni, si vede sempre più presenza femminile in ambiti tecnici e di responsabilità e finalmente si comincia a riconoscere la diversità come valore. Credo che le donne possano essere portatrici di un approccio sempre più inclusivo, capace di favorire una cultura aperta e smontare vecchi stereotipi che hanno caratterizzato a lungo il settore. Sono orgogliosa di lavorare in un’azienda come Unipol, che dimostra di essere all’avanguardia anche in questo senso, promuovendo un ambiente sempre più meritocratico. La strada nel settore è ancora lunga, ma la rivoluzione è già iniziata, e io sono felice di esserne parte.